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Crisi del credito: Borse, Governi e Banche centrali
 
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«Più sostegno alle imprese»

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9 ottobre 2008

I canali del credito alle imprese grandi, medie e piccole, che si stanno assottigliando pericolosamente e che rischiano di chiudersi a causa del credit crunch senza precedenti che attanaglia il sistema bancario da 14 mesi, saranno tenuti aperti dalle misure straordinarie annunciate dalla Banca centrale europea e da quelle varate ieri dal Governo, assieme alla Banca d'Italia, tramite il decreto anti-crisi. È questo il messaggio che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha conferito ieri alla riunione che si è tenuta in tarda mattinata presso il ministero del Tesoro con la partecipazione dei vertici di Banca d'Italia, Confindustria, Abi e Mediobanca.

L'incontro, che in prima battuta è servito «ad analizzare il sistema di finanziamento dalle banche all'economia» come confermato da uno scarno comunicato del Mef, è stato utilizzato da Tremonti per presentare e discutere i contenuti del decreto anti-crisi (si vedano articoli a pagina 2 e 3) con i principali attori istituzionali del sistema-Italia: il direttore generale della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni, il presidente dell'Abi Corrado Faissola e il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Alla riunione secondo fonti bene informate ha partecipato il presidente del Consiglio di sorveglianza di Mediobanca, Cesare Geronzi, affiancato dall'amministratore delegato Alberto Nagel. Sempre secondo le stesse fonti Geronzi avrebbe preso parte alla riunione «come istituzione», come massimo esperto del sistema bancario, per soppesare i pro e i contro del decreto governativo anti-crisi incentrato sul rafforzamento della base patrimoniale dei principali istituti di credito: non è escluso che la presenza del numero uno di Mediobanca ieri sia il primo passo di un coinvolgimento di advisor di Mediobanca in futuro su eventuali aumenti di capitale delle banche.

I rappresentanti di Bankitalia, Abi e Confindustria che hanno incontrato Tremonti sulla crisi finanziaria hanno lasciato il dicastero di via XX Settembre senza rilasciare alcuna dichiarazione. Il vertice sarebbe iniziato con un confronto sulla situazione internazionale e sui dati aggiornati in possesso di ciascuna istituzione presente. Il problema della scarsità del credito che grava sull'economia reale, tanto in termini di quantità dei finanziamenti bancari che di costo del denaro per le imprese, è stato illustrato da Emma Marcegaglia in una giornata in cui è giunta ulteriore conferma che l'Italia è già entrata in recessione e che la contrazione dell'economia potrebbe continuare nel 2009. Alle preoccupazioni della Confindustria ha risposto Faissola, tracciando un quadro sul costo del denaro proprio nel giorno in cui l'intervento concertato delle Banche centrali ha fatto calare bruscamente dello 0,50% il tasso di rifinanziamento della Bce, sceso al 3,75 per cento. In mattinata i tassi interbancari denominati in euro erano schizzati all'insù, con la scadenza a tre mesi arrivata a sfiorare il 6 per cento. I prestiti a tasso variabile alle famiglie e alle imprese indicizzati all'Euribor risentono in maniera drammatica della crisi globale del credito e del crollo di fiducia tra banche sull'interbancario: ma secondo l'Abi il tasso medio alle imprese in agosto è stato inferiore rispetto a luglio di 30 centesimi e nei primi otto mesi di quest'anno il differenziale tra il costo del denaro delle Pmi rispetto alle grandi imprese si è ridotto (i tassi alle imprese piccole sono aumentati meno rispetto ai grandi gruppi).

Nella riunione il Governo si è fatto garante del mantenimento del flusso del credito alle imprese a sostegno dell'economia: in vista di procedure di garanzia più accomodanti non solo della Bce ma per l'Italia anche di via Nazionale. Va già in questa direzione lo sforzo del Governo italiano in ambito europeo, che punta a ottenere un sostegno maggiore per le imprese italiane da parte delle istituzioni Ue come la Banca europea degli investimenti e il Fei. (I. B.)

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